Curriculum formativo:
- Laurea in psicologia con votazione 110/110 e lode il 28/06/78 presso “La Sapienza” di Roma;
- Nel1984 conseguita specializzazione quadriennale presso l’Istituto di Terapia Familiare di Roma: 640 ore di lavoro più seminari, corsi, convegni, workshops di rilevanza internazionale;
- Nel 1990 concluso Corso di specializzazione quadriennale presso L’ Istituto di Ricerca sui Processi Intrapsichici e Relazionali: 800 ore di lavoro, più corsi, convegni, workshops di rilevanza internazionale;
- Dal 1991 al 1998 presso l’Istituto di Analsi Transazionale 7 anni di seminari teorico pratici annuali con supervisione clinica e workshops residenziali intensivi;
- Specifici corsi di formazione per il Training Autogeno ed il Training Autogeno Respiratorio nella psicoprofilassi ostetrica.
- Crediti ECM fino al 2018
Curriculum lavorativo:
- Dal 1980 al 1988 in servizio presso il CONSULTORIO FAMILIARE di Latina esercitando psicoterapia individuale, famigliare e di gruppo; conducendo corsi di Training Autogeno e Corsi di psicoprofilassi ostetrica;
- Dal1988 al 1991 attività clinica e responsabilità organizzative nei SERVIZI PER MINORI E PER ANZIANI del Comune di Latina;
- Dal primo marzo 1991 DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE di Latina esercitando psicoterapia individuale, famigliare e di gruppo
- Nel novembre del 1992 vincitore di concorso per PSICOLOGO COADIUTORE (ex 10° livello);
- Dall’aprile del 1993 nel SERVIZIO TUTELA SALUTE MENTALE E RIABILITAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA: oltre alla attività psicoterapeutica ho svolto una intensa attività psicodiagnostica, di progettazione per attività interistituzionali e formazione di psicologi in tirocinio;
- Dal luglio del 2006 CONSULTORIO FAMILIARE di Latina, esercitando Psicoterapia individuale, familiare e di gruppo, conducendo gruppi di preparazione alla nascita.
- Dal 2013 nel contesto della attività presso il Consultorio Familiare di Latina Responsabile del Servizio Psicologico di Ascolto e Consulenza istituito attraverso il mio “PROGETTO CRESCITA”
- Dal 1° ottobre 2018 in pensione dal servizio pubblico.
Attività professionale
“Psicoterapia” è il termine ufficiale che definisce il mio lavoro. Quindi lo userò anche se non rispecchia il mio modo di intendere il lavoro psicologico: implica malattia e qualcuno che la curi al posto del “paziente”. Neanche quest’ altra mi piace. Sono anni che ne cerco un’altra. Carl Rogers proponeva “Cliente”. Sicuramente meglio, ma in italiano il significato ha una connotazione esclusivamente commerciale. Mi piacerebbe qualcosa tipo “studente” o “allievo” o “cercatore”. Intanto ci giro intorno cercando di evitarla.
Ho suddiviso l’attività che svolgo in queste 5 categorie:
- Inquadramento e Consulenza
- Psicoterapia individuale
- Psicoterapia di gruppo
- Corsi teorico pratici di sensibilizzazione psicologica
- Gruppi di Training Autogeno con “espansioni” verso lo Yoga
Inquadramento e Consulenza:
In genere la persona che chiede un intervento psicologico è spinta da malessere, disagi, problemi, o da vissuti che non comprende: ansia, panico, insonnia, rabbia, tristezza, apatia, ecc.
Lo scopo di questa attività è di permettere alla persona di trovare il senso di quel malessere.
Avere il quadro complessivo del proprio modo di funzionare permette di comprendere quali aspetti del nostro particolare e delicato equilibrio sono in sofferenza.
Il nostro equilibrio è instabile, dinamico, ed è naturale che evolvendo vada in “crisi”. Conoscere le proprie caratteristiche, risorse, criticità, individuare bisogni non ascoltati o non visti, aiuta a capire cosa dobbiamo cambiare nella nostra vita per superare la crisi.
Questa attività richiede circa 4 incontri. Collaboro con la persona interessata per comprendere il suo mondo psicologico. Riflettiamo insieme sulle sue osservazioni di sè, la propria storia, la storia della sua famiglia, facciamo test che possono dare spunti e stimoli diversi.
In genere ne viene un quadro soddisfacente della situazione e l’individuazione dei cambiamenti che la crisi sta chiedendo di portare nella vita. Spesso questo “progetto” diventa il punto di partenza di un Percorso psicologico.
Psicoterapia individuale:
Una volta condiviso per sommi capi il “progetto di cambiamento” inizia il viaggio. Chiarisco che “cambiamento” non significa diventare qualcun’altro rispetto a quello che si è. Significa evolvere, crescere. Significa liberare risorse rimaste impastoiate nelle esperienze passate. Bisogni, funzioni, gioie che, in qualche modo, nell’infanzia erano “pericolose”. Non è facile “liberarle” nonostante la ragione dica che non sono più pericolose. Queste paure sono profonde e inconsce. Non parlano la lingua della ragione. Inoltre, se liberate senza precauzioni, possono fare danni visto che non sono abituate alla nuova realtà adulta. Un piccolo esempio: se da bambino in qualche modo ho imparato che è pericoloso “dire la mia”, ora, liberando questa bella cosa rischio che si esprima in modo impulsivo, infantile, per poi sentirmi fuori luogo e fare retromarcia. Quindi dovrò “riabilitare” quel bisogno rimasto piccolo e imparare a “dire la mia” facendo i conti con la situazione reale. Il primo cambiamento deve essere “dentro”. Siamo pieni di cose vive che interagiscono tra loro (“psicodinamica”). Cambiare non significa eliminarne qualcuna scomoda (paure, tristezze, rabbie,….), significa favorire una convivenza più armoniosa tra questi aspetti di sè. Fondamentalmente significa imparare a “governare” noi stessi, come un capitano la sua nave.
Quella del Capitano e la sua nave è una metafora molto pertinente che in questo sito approfondirò in altre parti. Un percorso è fondamentalmente un Training di formazione per il nostro Capitano (la ragionevolezza). Prima di prendere una decisione, deve imparare ad ascoltare, comprendere, sostenere le diverse parti in conflitto.
Aggiungo una rappresentazione grafica che propone il senso del “cambiamento” che un percorso permette.

Uno stimolo esterno o un proprio bisogno richiedono azioni e decisioni. Immediatamente si attiva un “dialogo interno” nella nostra “assemblea permanente” di pensieri ed emozioni. Semplificando tantissimo possiamo dire che abbiamo pensieri ed emozioni “storici” (credenze maturate nell’infanzia e relative emozioni) e pensieri ed emozioni attuali (pensati e sentite consapevolmente e “oggettivamente”). Questi diversi punti di vista vanno in conflitto. Il risultato sono comportamenti confusi, insoddisfacenti, ambivalenti. Esempio di prima: C’è una situazione esterna in cui viene detto qualcosa su cui non sono d’accordo. Dentro ho un bisogno naturale sano che vuole esprimere la propria contrarietà. Vecchie convinzioni si agitano: “noo! Potrebbero arrabbiarsi” – “non ti vorranno più bene” – “soffriranno”, scatenando paure o sensi colpa. I Pensieri attuali sanno benissimo che la realtà non è così drammatica, e c’è forse una tristezza all’idea di rinunciare a dire la propria. Quindi si apre un conflitto che, non risolto, genera comportamenti incongrui. Magari dico la mia, ma senza convinzione o facendo in modo di non essere ascoltato, o taccio per poi stare male o comincio a gridare.
I pensieri e le emozioni storiche sono molto più profondi e intensi di quelli attuali. Spesso sono inconsci e senza parole, quindi la “ragione” dei pensieri attuali fallisce.
La crescita psicologica a cui mira un percorso consiste fondamentalmente nel costruire un “governo illuminato” che gestisca la nostra “assemblea permanente” di pensieri ed emozioni prima di agire.

Un percorso mira ad esercitare i pensieri ed emozioni attuali. Mira, diciamo, ad una autocoscienza di questo aspetto di noi. Ad esercitare un “distacco” che consenta di osservare, accogliere senza giudizio gli aspetti “storici” e farsene carico. Allo stesso modo si fa carico delle esigenze sane che è bene “liberare”. Si impara a prendere una posizione super partes rispetto alle proprie cose. Invece di entrare in conflitto con gli antichi impedimenti impara a comprenderli, rassicurarli, sostenerli mentre poco alla volta permette esperienze graduali di “liberazione”. Si impara a porsi rispetto a sé come un genitore adottivo che deve iniziare da capo a conoscere e farsi conoscere.
Nello stesso esempio di prima la ragionevolezza o genitore adottivo rimane al di fuori del conflitto: ascolta con rispetto e comprensione le vecchie paure, prende atto del bisogno di dire la propria e propone compromessi, piccole esperienze. Da una parte le vecchie paure possono rassicurarsi gradualmente, dall’altra il bisogno di dire la propria si esercita ad essere adeguato alla realtà attuale. Allora magari si può iniziare anche semplicemente individuando quello che voglio dire senza dirlo, ma apprezzandolo. Poi permettendosi di osservare come altri dicano la loro senza che accada nulla. Poi dicendo qualcosa di non “pericoloso”, ecc.
Quello che importa è che in questo processo cresce il senso di accettazione di sé, di inclusione, di fiducia. I pensieri ed emozioni storiche si rilassano, abbassano i toni, contribuiscono. I pensieri ed emozioni attuali, o genitore adottivo che dir si voglia dispongono di più energie e spazi decisionali.
Non è facile, e ci vuole tempo.
Psicoterapia di gruppo:
Il “viaggio” è sempre individuale. I’ obiettivo generale rimane il cambiamento del proprio rapporto con sé.
Cambia il contesto in cui si “lavora”. Ci sono vantaggi e svantaggi. Nella “pagina” di Psicologia potete trovare elementi utili a comprendere questa attività leggendo le dispense: “Spunti – Appunti”
Corsi teorico pratici di sensibilizzazione psicologica:
Si tratta di Corsi a termine (in genere 15 incontri) che hanno lo scopo prioritario di informare ed esercitarsi su temi Psicologici. Possono essere più generici o a tema. Nella pagina di Psicologia di questo sito potete trovarne due esempi: un corso di psicologia rivolto alle donne che aspettano un figlio e un corso rivolto a degli operatori socio sanitari. Sempre in quella pagina sono indicati altri temi di possibili Corsi.
Gruppi di Training Autogeno con “espansioni” verso lo Yoga:
Ho già accennato alla mia convinzione che nel lavoro psicologico è necessario espandere la “ricerca del benessere” dalla mente al corpo. Quelli che prima ho chiamato pensieri ed emozioni storiche o attuali sono intrinsecamente connesse con il nostro corpo e con la nostra biologia. In altre parti del sito troverete descrizioni fenomenologiche di due fondamentali modi di funzionare: il sistema nervoso simpatico e il sistema nervoso parasimpatico. A tutti gli effetti sono le matrici delle nostre più profonde motivazioni; per certi versi condizioni esistenziali: trasformazione ed omeostasi – Azione e contemplazione – tensione e rilassamento – yang e yin – ecc.
Tutti i nostri bisogni, emozioni, ma anche pensieri poggiano su queste due “gambe”. La ricerca dell’equilibrio tra questi opposti rende fondamentale l’incontro con il corpo.
Con il training autogeno si propone l’incontro con il Sistema Nervoso Parasimpatico. L’enfasi è sul rilassamento. Ci si esercita al riconoscimento ed alla confidenza con questo stato. Certamente in una cultura in cui questa “gamba” è trascurata questa scelta è utile. Quindi utili sono le sue tecniche tese a “spegnere” tensioni eccessive che producono sintomi e disagi. Ma in una visione più ampia che tende all’equilibrio dobbiamo esercitare la stessa esplorazione anche della “gamba” incriminata: l’azione, la tensione, l’energia trasformatrice. Non è colpa di questa metà di noi se l’abbiamo utilizzata male, mistificata: una cosa è vivere con gioia l’eccitazione che porta la curiosità o voglia di esplorare, ma anche l’apprezzamento per la tensione e la fatica del lavoro, un’altra dover vincere per essere primi. Una cosa è una sana paura del pericolo un’altra essere esposti ad un pericolo fantasmatico che vede il leone dove non c’è.
In questa attività, programmata per 15 incontri circa, ci si propone di imparare il TRAINIG AUTOGENO, ma anche di avvicinarsi allo YOGA in modo da fare l’esperienza dell’equilibrio tra attività e passività. Esercitare il distacco del T.A. che permette di “lasciar andare”, ma anche il distacco dello yoga che permette consapevolezza e leggerezza nello sforzo.
In altre parti del sito troverete maggiori dettagli sul Training Autogeno ( nelle dispense ): in cosa consiste, per cosa può essere indicato, come funziona.
In generale consiglio questa esperienza dopo un percorso psicologico, ma in molti casi può essere indicata direttamente dopo la fase di inquadramento.